Calcio e industria: binomio vincente? Se il Taranto ed ArcelorMittal andassero a braccetto...

Da una decina di giorni, l'industria siderurgica italiana e precisamente gli stabilimenti ILVA hanno una nuova proprietà. Il padrone del vapore, come in gergo viene definita la nuova proprietà, è il gruppo ArcelorMittal S.A. colosso dell'industriale mondiale operante nel settore dell'acciaio, nato dalla fusione di due tra le più grandi aziende del settore, la Arcelor e la Mittal Steel Company, avvenuta nel 2006. 

Il quartier generale si trova nella capitale del Lussemburgo. Oltre ad essere il più grande produttore d'acciaio, è anche attivo nel mercato della fornitura di acciaio per l'industria automobilistica e per i settori delle costruzioni, degli elettrodomestici e degli imballaggi. L'uomo forte del gruppo, nonchè amministratore delegato dell'azienda, è il multimiliardario indiano Lakshmi Mittal. Al momento dell'acquisizione degli stabilimenti italiani, nel discorso di presentazione, espresse la volontà di voler dare qualcosa alla città, in termini di ambiente, per la salute della città e non escluse un suo impegno nel dare una mano al Taranto calcio, ritenuto uno dei biglietti da visita della Città, con una consistente sponsorizzazione in modo da aiutarlo ad una scalata ai piani alti del calcio italiano. 

Giove, impegnato nella sua azienda nell'indotto dell'industria siderurgica operante sul territorio, attuale patron del club rossoblu, da questa, al momento ipotesi di sponsorizzazione avrebbe dei benefici perchè sicuramente Mittal non lesinerebbe risorse utili a potenziare la squadra negli uomini e soprattutto potrebbe aiutare, in modo consistente, a realizzare il progetto collaterale di creazione di una cittadella dello sport che sicuramente avvicinerebbe tanti giovani al mondo del calcio, ma sarebbe la naturale casa della galassia settore giovanile rossoblu.

Lo stesso Taranto calcio sarebbe, e potrebbe essere, volano per l'economia del territorio, in quanto, lo ricordiamo in un passato ormai lontano, il calcio nazionale di livello ( Serie A e B, leggermente meno la C), smuove flussi di tifosi provenienti da città italiane e con esso accrescerebbe l'economia turistica e quella della ristorazione alberghiera, cittadina e anche delle zone dell'hinterland, essendo di traino per ammirare le bellezze naturali, storiche, archeologiche, poco conosciute del nostro territorio. Anche in questa occasione, come sempre d'altronde, l'opinione pubblica, sportiva e non, si è divisa in due fazioni, una a favore della sponsorizzazione di Mittal ed una avversa a tale ipotesi, ovviamente secondo motivazioni alquante aderenti al contesto attuale e al tessuto sociale presente nella nostra Città. 

I favorevoli alla sponsorizzazione sostengono che il calcio, da sempre ritenuto riscatto sociale della popolazione perchè traino anch'esso dell'economia ne gioverebbe oltre che a livello sportivo dopo anni di sofferenze, umiliazioni, privazioni di calcio di livello, anche nel settore terziario che negli ultimi decenni ha avuto un rallentamento non indifferente, E' chiaro che non si dovrebbero sottovalutare l'aspetto, oltre del lavoro, quello dell'ambiente e della salute dei cittadini del rione Tamburi, ma di tutti i cittadini tarantini, soggetto a rischio neoplasie. 

In questo Mittal veramente nel suo discorso programmatico ne ha fatto cenno non lesinando di parlare di risorse per la compatibilità ambientale, della salute da conciliare con quello lavorativo. I contrari, proprio per gli aspetti più volte sbandierati, favorevoli inizialmente alla chiusura dello stesso stabilimento, non vogliono che Mittal, con questa sponsorizzazione sottragga risorse all'ambiente e alla salute, quasi da ritenerla una forma di risarcimento per l'impatto ambientale e in minima parte per la stessa salute dei cittadini. 

Lo sportivo tarantino, in questa contrapposizione, tifa sicuramente perchè il Taranto calcio possa scalare le categorie che merita e che ha frequentato negli anni 70, 80 e primi del 90, ovvero quanto meno la serie B, pertanto ben venga Mittal con la sponsorizzazione, ovviamente non trascurando il rispetto delle prescrizioni per l'impatto ambientale e soprattutto non tralasciando l'aspetto, importantissimo della salute dei cittadini jonici, costretti, da quasi 60 anni, al rischio tumorale e neoplasico. 

Giove, intanto, Mittal o no, continua nella sua opera di restyling della squadra, disegnata questa estate da un altro tecnico e già dal prossimo 3 dicembre cadranno i veli sui nuovi arrivi e anche sulle partenze di coloro che per motivi tecnici o per altre cause, hanno avuto un minutaggio realmente insufficiente e quindi destinati in piazze dove potranno accrescere il loro impiego e quindi giocare con continuità. Ora è tempo che si lasci lavorare l'attuale compagine societaria per aggiungere i tasselli giusti per compiere il salto di qualità e ridurre il gap dalle nostre immediate avversarie che ci precedono in classifica e il mercato (dicembrino per la D e di gennaio per la serie C) sicuramente porterà novità che potranno infiammare nuovamente la tifoseria, pilastro delle fortune del club jonico da sempre. 

Fabrizio Di Leo