Dopo il caso Girardi le regole del calcio sono sempre chiare?

Nella giornata odierna, il Giudice Sportivo della LND, preso atto del ricorso presentato dal Pomigliano, avverso il risultato maturato sul campo di Mugnano, lo scorso 16 dicembre,  nella gara Pomigliano, sentito l'arbitro, lette le controdeduzioni del Taranto calcio, ha omologato la vittoria del Taranto, 1 a zero e ha posto in addebito  della stessa reclamante (ASD Calcio Pomigliano), la tassa per il ricorso sul conto del club campano.

Come più volte ribadito, il caso Girardi, in realtà, non sussisteva.

Il calciatore campano, ex Taranto, interpretando a suo modo  il gesto dell'arbitro, che invece gli impediva il rientro sul terreno di gioco dopo un infortunio, autonomamente entrava  in campo e in seguito alla sua indebita presenza riceveva il pallone rendendosi parte attiva all'azione. Il gesto immediato dell'arbitro di corrergli incontro ed estrarre  il cartellino giallo (seconda ammonizione), gli comportava l'espulsione. Su questo episodio, il Pomigliano ha subito costruito un caso, con preannuncio di reclamo seguito da  un ricorso che impediva l'omologazione in prima istanza da parte del Giudice, poi dopo un mese, nella giornata odierna, l'organo di giustizia emetteva il verdetto finale.

Questo episodio, dimostra, ancora una volta, come questo campionato di serie D è dilettantistico proprio alle radice. Il club campano, probabilmente, nel suo ricorso mirava alla ripetizione della gara, per errore tecnico che, stante  lo svolgimento dei fatti, avrebbe dovuto avere l'ammissione dello sbaglio da parte dell'arbitro. Ed allora, perché si è ingenerato l'equivoco? Per due motivi fondamentali.

Innanzi tutto, nella serie D, non vale la prova televisiva (ma in questo caso anche quella avrebbe dimostrato la regolarità dell'operato dell'arbitro), poi in questi casi c'è una non conoscenza delle leggi della giustizia sportiva, in merito al capitolo della casistica sulla ripetizione di un incontro per errore tecnico. Fermo restando che nessun arbitro al mondo avrebbe mai ritrattato la sua decisione, in un caso come questo, nell'occasione le immagini danno ragione al direttore di gara, ma l'improvvida segreteria del Pomigliano, dotata di personale competente alla gestione organizzativa del club, prima del ricorso, avrebbe dovuto leggere le carte federali ed avere lo scrupolo di avvisare il vertice  societario, dell'inutilità della presentazione dello stesso. Questo sano ed, a volte, assurdo modo di comportarsi fa pensare a quale sia il livello, bassissimo, di coloro che stanno dietro le scrivanie di società dilettantistiche, ma che sono dei dipendenti pagati con stipendi normali.

Il Taranto calcio, giusto per fare una precisazione, in passato aveva segretari, preparatissimi e gran conoscitori delle pieghe delle carte federali, soprattutto in materia di squalifiche dei calciatori e dei loro tempi di sconto. Molte volte, negli anni passati, società, anche pugliesi, schieravano giocatori che avevano da scontare dei turni di squalifica e la loro presenza comportava sconfitte a tavolino (il classico 0 a 3), come grave danno d'immagine, al  club, economico (per le multe ricevute) e in termini di considerazione verso la propria tifoseria. L'arrivo un paio d'anni fa di Maria Grazia Sigrisi, è stata l'immagine più bella di una società strutturata da calcio professionistico e la sua bravura, quest'anno si è vista in due occasioni, dove la mano magistrale è stata degnamente apprezzata.

In occasione dell'espulsione dalla panchina di Favetta a Sarno, con un ricorso articolato, ma imperniato sull'equivoco dell'applauso rivolto ai suoi genitori e non di scherno al pubblico locale sarnese, oltretutto di cui il bomber, fino alla scorsa annata era il proprio beniamino. Recentemente, proprio in occasione del calcio mercato di riparazione con i professionisti, nel caso Vukmanic, la Sigrisi è stata impeccabile nello scovare un cavillo che impediva il tesseramento del croato e l'impossibilità ad acquisirne le sue prestazioni in questo scorcio finale del campionato 2018 - 2019.

Questo significa che chi  si accosta al calcio per farne una vera e propria azienda deve circondarsi di collaboratori validi, preparati, attenti, scrupolosi, pignoli, ma soprattutto attaccati al proprio ruolo, pur ovviamente adeguatamente retribuiti,  tale da permettere al club di dormire sogni tranquilli. 

E' il limite di questa serie, quella del dilettantismo ed addirittura dell'improvvisazione, aspetti negativi che possono pregiudicare la stagione, ma mentre per una squadra di media o bassa classifica ciò potrebbe capitare (ma difficilmente sarebbe giustificabile agli occhi della tifoseria e dell'opinione pubblica), per un club importante, per storia, tradizioni, palmares, piazza, ambizioni, come il Taranto calcio, è importante, nell'organigramma, dotarsi di due figure di spicco, come il capo segreteria, la dottoressa Sigrisi ed il Direttore Generale, anch'egli molto navigato, Gino Montella, di supporto al Presidente Giove, oberato in tante incombenze.

Finché la barca va... cantava Orietta Berti negli anni 70 e la navicella Taranto... va, per approdare con l'auspicio di tutti quanti (o quasi tutti, dovremmo meglio dire, visto lo storcere il naso di qualcuno quando le cose vanno bene), a maggio nel porto del professionismo, sia pure nel primo scalo, chiamato serie C. Perché tutto è bene a prescindere se finisce bene (non solo se...). 

Fabrizio Di Leo