Taranto, Gino Montella: l'anima rossoblu pugnace

Gino Montella, cinquantasettenne originario di Napoli, residente a Cava de' Tirreni, diploma di Geometra ed una laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l'Università degli Studi di Salerno, dopo aver gestito discoteche sia a Cava che in altre località della provincia di Salerno, intraprese la professione nella Costruzione edilizia e nel contempo, per diletto, organizzò eventi con noti cantanti e gruppi musicali di livello nazionale.

Nel 1996, da avvocato, entrò nel mondo del calcio e diventò prima amministratore delegato e poi presidente con Franco Troiano, nella Cavese, allora guidata da Eziolino Capuano, tecnico che nell'anno della serie D, 1996 -1997, portò i metelliani alla promozione nel mondo professionistico. Dopo due annate di stabilità nel campionato,  con posizionamenti da centro classifica, il presidente Troiano morì  e Montella assunse il controllo della società, accollandosi tutti i debiti, ma dopo lo spareggio  vittorioso con il Foggia, proprio a causa delle disastrose condizioni economiche della società, lasciò la stessa nelle mani di Antonio Dalla Monica.

L'avventura con la Cavese, pur sembrando dolorosa a causa delle difficoltà gestionali con l'accollo dei pesanti debiti, in realtà  costituì il trampolino di lancio nel mondo del calcio che conta.

Una telefonata dell'amico Pieroni lo convinse ad accettare di lavorare per il Taranto, che a fine di quell'annata 1999 - 2000, fu ripescato in serie C/2. Arrivato a Taranto per assumere l'incarico di Direttore Generale, ci mise poco per farsi benvolere dalla tifoseria, in quanto fu considerato punto di riferimento perché l'allora patron Pieroni si concentrò con  la gestione di un'altra sua  società, l'Ancona, proprio confidando nelle doti diplomatiche dell'avvocato metelliano. Rimase a Taranto fino alla sfortunata finale del giugno 2002 e dopo la mancata promozione in B, continuò la sua attività nel mondo del calcio,  prima assieme a Pieroni, ad  Ancona, quindi collaborò  a Como, chiamato da Preziosi ad assumere la direzione generale del club lacustre e, ritornando a Cava, fece ripartire il calcio nella città degli aquilotti, dopo la sparizione dello stesso dai palcoscenici nazionali.

Nell'ottobre 2017, dopo la cessione del club ionico a Giove, fu chiamato dallo stesso, per assumere l'incarico di responsabile marketing  e di ausilio, per la sua riconosciuta esperienza alla neo strutturazione societaria con l'inserimento delle pedine giuste di completamento nei ruoli cardine del club.

Nell'attuale stagione oltre alla nomina di Vice Presidente, ricoprendo l'incarico di Direttore Generale,  ha pure avuto la funzione di Responsabile Ufficio Stampa,  in occasione dell'assenza di tale figura in un momento transitorio. 

La sua capacità l'ha  subito mostrata e già all'inizio del suo ritorno, fece una dichiarazione che attestava come fosse legato alla nostra Città.

Disse, infatti,  all'opinione pubblica che il suo sarebbe dovuto essere il completamento di quanto iniziato venti anni fa, per poter riscattare quella disgraziata stagione, innominabile per la tifoseria ionica.

Il suo dinamismo, il primo anno fu appena abbozzato,  perché giunto in riva allo Ionio, assieme al patron Giove, con una stagione iniziata da altra compagine societaria, ma nella seconda parte della stagione 2017 - 2018, intraprese alcune iniziative quali i prezzi popolari che riportarono le famiglie allo stadio,  soprattutto nella seconda parte del campionato, quando i rossoblu compirono quella cavalcata che li portò alla disputa della finale play off, persa Cava, ma che riportò un briciolo di fiducia in questa compagine societaria.

L'attuale annata è stata pianificata con la competenza che sempre gli è stata riconosciuta, inizialmente permeata da grande scetticismo, per una serie di motivazioni di cui il Direttore Montella veniva investito per alcuni aspetti marginali su decisioni non direttamente pertinenti e di competenza. Nonostante tutto, il suo amore per i colori rossoblu è stato sempre evidente e, dopo la delusione della tifoseria per l'esito della trasferta di Gravina, comunque è stato nuovamente bistrattato dalla tifoseria o da una parte di essa, per scelte ovviamente non condivise.

Sempre al suo posto, quasi sedici ore giornaliere di lavoro per la  società con l'unico pensiero, espresso in una recente intervista proprio a commento del momento di abbattimento della tifoseria,  in cui rimarcava il concetto  forse vetusto, ma sempre attuale,  ovvero che chi ama il Taranto, lo segue a prescindere. Infatti proprio nei momenti di difficoltà, il popolo rossoblu deve compattarsi attorno alla squadra che difende i colori rossoblu, soprattutto ora che stiamo per percorrere l'ultimo segmento di questo campionato, sicuramente in una posizione che, in sede di programmazione non avremmo potuto immaginare, ma come ribadito in più occasioni anche dal presidente ionico, con otto giornate dal termine il campionato non è concluso, quindi bisognerà concentrarsi ed affrontare queste ultime battaglie, consapevoli, se mai ce ne fosse bisogno, che il nostro destino è legato, indissolubilmente, anche a quello delle nostre dirette concorrenti e quindi non dipenderà solo dalle nostre prestazioni, ma anche da quanto il campionato esprimerà nei prossimi due mesi.

L'impegno del Direttore Montella che ha supportato il lavoro di Chiacchio, è stato essenziale per preparare ed inoltrare il ricorso in secondo grado e proprio la settimana prossima sarà decisiva per conoscere la sorte di quel punto di penalizzazione che, se restituito, potrebbe incidere positivamente sulla squadra, a patto che domenica prossima, nel match interno con l'Altamura, la band di Panarelli, con la pattuglia falcidiata dalle squalifiche ottenute da Ferrara e Salatino, riprenda il gusto con un buon calcio e il coronamento dei tre punti per rimanere ancora in scia delle lepri PIcerno e Cerignola, attualmente in striscia positiva  e distanti otto e quattro punti dalla nostra squadra.

Tutti allo stadio, quindi, incitiamo la nostra squadra e riprendiamo il discorso interrotto, in maniera dolorosa, nell'infausta trasferta di Gravina.

Forza Taranto, il popolo rossoblu ha i cuori palpitanti e l'amore smisurato nei colori della squadra dia l'ulteriore spinta a superare lo scoglio altamurano.

Fabrizio Di Leo