Gaetano Petrelli, "Antonino sono stato io a valutarlo"

Abbiamo raggiunto telefonicamente l’ex preparatore dei portieri del Taranto, Gaetano Petrelli, nonché padre dell’attuale preparatore dei rossoblu, Gian Mario Petrelli. Queste le sue dichiarazioni ai nostri microfoni:

Come giudichi la stagione che si è appena conclusa? Ti saresti aspettato qualcosa in più?

“La stagione che ha disputato il Taranto secondo me è una stagione abbastanza positiva perché il Taranto è partito con un grosso handicap e penso che i risultati ottenuti sono strabilianti. La squadra ha conquistato 71 punti, magari in altri gironi con così tanti punti si sarebbe vinto il campionato, ma va messo in evidenza il fatto che, una volta trovate squadre che davanti a te, fanno un’annata straordinaria, bisogna solo fare i complimenti. Le partite perse andavano perse perché il Taranto non le ha giocate bene e possono anche starci, ma se il Taranto avesse ricevuto i 2 punti della partita contro il Picerno sarebbe addirittura finito sopra il Cerignola, ma non sopra i lucani che hanno disputato un campionato, secondo me, perfetto. Se i rossoblu sono arrivati terzi partendo con una squadra non proprio adatta alle caratteristiche dell’allenatore, probabilmente qualche attenuante può essere trovata. Panarelli è stato bravo in corso d’opera a trovare la giusta quadratura alla squadra, rincorrendo per tutta la stagione e facendo quindi più fatica.”

È giusta, secondo te, la scelta di rivoluzionare lo staff tecnico e dunque di non confermare Panarelli e puntare su un nuovo allenatore?

“A Taranto, non so perché, la parola programmazione è sinonimo di cancro, è come parlare dell’Ilva, categorizzato come il male della città. Tutti parlano di progetto, anche lo stesso Giove che ha usato questa parola sin dal primo giorno. Nel momento in cui si dice di voler portare avanti un progetto, bisogna anche sapere di cosa si sta parlando, di qual è il vero significato del termine progetto. Progetto, per me, significa che se una squadra non riesce a raggiungere al primo anno l’obiettivo, l’obiettivo può essere raggiunto anche il secondo o il terzo anno. Ci sono tantissime realtà in Italia che ci hanno messo del tempo per portare avanti un progetto, un esempio vicino a noi è quello di Lecce. Cazzarò prende la squadra a campionato in corso, effettuando un girone di ritorno da primo in classifica, viene riconfermato e poi mandato via in estate soltanto per aver perso tre amichevoli. Arriva Panarelli, che ha fatto una stagione davvero importante nonostante disponesse di una squadra formata da giocatori bravi e non da fuoriclasse, gettando le basi per costruire un qualcosa per il futuro, ma il presidente decide di buttare a terra il progetto e di ripartire con uno nuovo. I progetti vanno consolidati, se per un qualsiasi motivo Sgrona e Ragno non dovessero raggiungere l’obiettivo finale, non si può ricostruire di nuovo. Questa proprietà ha fatto intendere che non conosce la parola progetto e che non ha intenzioni di portarne uno a termine.”

È più giusto, per te, tentare una domanda di ripescaggio o programmare un campionato di Serie D per vincere una volta per tutte?

“Faccio fatica a rispondere perché non so quali siano le intenzioni e le capacità della società, perché tentare la domanda di ripescaggio vuol dire mettere sul piatto una somma di denaro così esosa che dinnanzi all’ipotetica Serie C, se ci sono realmente le possibilità di essere ripescati, significa dover trovare i soldi e la gente pronta a giocare sia la C che la D, creando un caos così grande che costringerebbe il Taranto anche quest’anno a partire senza sapere che campionato disputerà e dunque con due mesi di ritardo. Io sono del parere che sia il presidente, che Montella, sappiano quante probabilità ha il Taranto di essere ripescato, perciò se portano avanti tutto ciò è anche perché i soldi ci sono. Se non sarà portata avanti la domanda, la società avrà l’opportunità di recuperare tutto il tempo per poter programmare una stagione vincente nei dilettanti.” 


In Serie D la regola under influisce molto sui portieri. Tu che sei un esperto del ruolo, sceglieresti che tipo di under sceglieresti per la porta del Taranto?

“La storia degli ultimi hanno del Taranto risponde a questa domanda. Nonostante Taranto abbia un certo blasone, nonostante lo stadio e il numero di spettatori, la storia del Taranto dice che anche un under può disputare un ottimo campionato in questa piazza. Pellegrino la scorsa stagione è stato uno dei giocatori più importanti e più in forma della rosa come anche quest’anno Antonino che, per me, è stata la vera rivelazione del campionato. Dal punto di vista della qualità delle prestazioni, Antonino ha fornito costanza e continuità, a differenza magari di un D’Agostino che ha alternato ottimi voti quando segnava a delle insufficienze in molte altre partite. È da ricordare anche che Antonino veniva da 3 anni di inattività.”

Il Taranto, a proposito di portieri under, ha perso qualche punto di troppo forse per colpa dell’inesperienza di Cavalli. Quanto accusa un portiere così giovane le pressioni della piazza? Sarebbe un’opzione da non scartare quella di puntare su un portiere over per vincere?

“Se ci sono i giusti ricambi in avanti, il portiere esperto dà più sicurezza e anche costanza, ma bisogna essere bravi a sfruttare gli under in mezzo al campo, ma dato che gli over sono molto importanti fuori dalla porta, la maggior parte degli allenatori preferisce il portiere under. Io sono del parere che è molto difficile trovare tanti under forti, quest’anno fatta eccezione per Ferrara, Bonavolontà e Pelliccia, che sicuramente faranno parlare di sé, gli altri erano giovani abbastanza normali. Se il Taranto è capace di muoversi sin da ora, potrebbe essere in grado di trovare i giusti under in mezzo al campo e puntare su un portiere over. Ultimamente, però, ci sono tantissimi ragazzi, sia 2000 che 2001, che potrebbero ben figurare nella porta del Taranto.”

Avresti dei nomi sul taccuino di giovani portieri under che ti piacerebbe vedere tra i pali della porta ionica?

“Di nomi ne ho molti, ma per rispetto di chi sta per essere nominato dalla società per avere il compito di scegliere i giocatori per la prossima stagione, preferisco non farne. Ho una rosa di almeno 11/12 portieri interessanti e il Taranto negli ultimi anni si è rivolta al sottoscritto per avere dei nominativi di portieri under da schierare ed io in forma strettamente personale e privata ho sempre risposto con delle mail e delle relazioni. Fino ad ora le scelte fatte tra me e la società hanno sempre funzionato. Cavalli non mi è stato mai chiesto di visionarlo, ci sta comunque che si possa sbagliare un portiere, ma tra quelli visionati da me c’è anche Antonino e una mail che lo può affermare. Purtroppo Giove ha sempre detto che Antonino è stata una sua scoperta, ma in effetti sono stato io a valutarlo.”

Simone Pulpito