Serie C, perché operare più ripescaggi possibili?

Ogni anno di questi tempi, si apre il dibattito se operare ripescaggi in serie C, per riportare il format alle 60 squadre, organico previsto dalle carte federali, ma negli ultimi anni, stravolto da una serie di problemi economici che hanno travolto una serie di club, il più delle volte costretti a scegliere l'abbandono della terza serie nazionale e l'ultima a carattere professionistica. A prescindere da ciò che accadrà domani (ultimo giorno utile per la presentazione della domanda di iscrizione alla serie C), cerchiamo di capire cosa significa il fondo perduto, andando indietro nel passato e capendo l'evolversi delle prebende economiche corrisposte ai tesserati. E' notorio, infatti, che fin dall'istituzione della FIGC (Torino, 1898), il calcio per molti anni si limitò alla serie A, o meglio a tornei fra le prime squadre aderenti alla Federazione, ovviamente nella speranza di una propaganda capillare che interessando tutto il Paese, portò all'istituzione del primo vero campionato di massima serie, come nella concezione attuale, nel 1929. 

In seguito si costituirono le varie serie e, attualmente, si è ritornati, dopo varie riforme e controriforme, sui format della serie C e D, alla situazione che vede la serie C articolata in tre gironi, originariamente a carattere geografico classico (Nord, Centro e Sud), poi per problemi puramente organizzativi e di vicinanza regionale, nella versione corrente (ovvero una suddivisione mista con le squadre della Sardegna collocate nel girone A, il più a Nord dell'Italia). Ritornando ai giorni nostri, dopo l'esperienza della passata stagione (57 squadre come format iniziale, ridottosi a 55 dopo l'esclusione di Pro Piacenza e Matera), quando due defezioni, costrinsero il Direttivo della Lega Pro a modificare i criteri per i play out, considerando il numero dispari dei gironi, poi assottigliatisi ulteriormente (quello A ed il C), vi è stata una battaglia verbale fra il Presidente della Lega Pro, Ghirelli, ed il Presidente della Lnd, Scibilia, sui criteri di ripescaggio, in quanto ognuno cercava di proteggere i propri affiliati ed, ovviamente, ricavarne il massimo assoluto. Dunque alla fine, in una pilatesca decisione, si fissò il format a 60 squadre (facendo credere a Scibilia nella risalita di più squadre dalla serie D), ma in realtà si impose, da parte della Lega Pro, e tanto fu, di alternanza nelle chiamate, con il seguente ordine, ovvero prima una seconda squadra di quelle militanti in serie A, poi una società "virtuosa" tra quelle retrocesse in serie D, ovviamente come riammissione senza versare alcun "fondo perduto", in caso di mancata nuova iscrizione di un club di serie C già salvo o di un club dichiarato fallito dal Tribunale territoriale, prima della fatidica data di presentazione della domanda di iscrizione alla serie C, ovvero il 24 giugno), quindi si una squadra di serie D, con il versamento del "fondo perduto", ovvero il versamento di €uro 300.000, attingendo dalla griglia play off delle vincenti e perdenti, tale coda alla stagione regolare. 

Cosa però significa versare il "fondo perduto" e a cosa,, in parole povere, può essere utilizzato? In passato, i tesserati di un club di serie C, quando la società aveva difficoltà finanziarie, dovevano attivare una procedura (messa in mora) per poter riscuotere i loro proventi (salari mensili) oppure quando questo chiudeva la stagione, anticipatamente, non ottemperando neanche a quanto la Commissione Vertenze ordinava tramite le sentenze emesse. Nel caso dei professionisti si era pensato, molti anni fa, di istituire un Fondo di Garanzia proprio per evitare che i calciatori delle due massime serie fossero, in caso di mancate corresponsioni salariali verso i propri tesserati, penalizzati. Questi soldi erano considerati a parziale copertura di emolumenti non corrisposti dai club inadempienti, però il Fondo veniva integrato tramite risorse passanti attraverso il Coni, in seguito a stanziamenti dei Governi nazionali centrali, succedutisi nel tempo. In ottica spending review, a parte quelli consistenti di serie A e B, dove vigono dei criteri differenti alle serie cosiddette minori, nella ripartizione degli introiti televisivi, d'immagine, pubblicitari, i Governi nazionali hanno diminuito i versamenti a favore dell CONI e quindi dell Federazioni, motivo per cui la fetta di introiti si è notevolmente ridotto per le leghe "minori", ovvero quella di Lega Pro (o serie C) e quella della Lnd (che cura il suo massimo campionato, ovvero la serie D). Ora è interesse della FIGC, e quindi della Lega Pro, riportare il format a 60 squadre, più che con le riammissioni (esclusivamente senza ulteriore fondo perduto), con i ripescaggi, in quanto la Federazione per ogni club incasserebbe ben 300.000 €uro di soldi freschi, ovvero corrisposti con un assegno circolare non trasferibile, intestato alla FIGC ed intascato in caso di accoglimento della domanda. 

Quindi, in soldoni, se venissero ripescate sette/otto squadre, attenzione non riammesse, la Federazione incasserebbe dai 2.100.000 a 2.400.000 di Euro che, ovviamente, non saranno più restituiti, infatti il termine "perduto" significa questo, quindi quegli euro dovrebbero servire in caso di insolvenza del club, durante la stagione. Dati alla mano è chiaro che non tutti i club, sia pure a rischio, diventano insolventi, soprattutto per evitare punti di penalizzazione, al loro primo anno di appartenenza ad una Lega superiore, in pratica quel fondo diventa un tesoretto fruttifero da accantonare nelle casse della FIGC. Quando qualcuno ipotizzava che si potesse andare ad un format minimo di 40 club (due gironi da 20), per ipotesi con la situazione attuale di due sole riammissioni, per le restanti (18) la FIGC difficilmente, rinuncerebbe a ben 5.400.000 Euro, ma anche se non si riuscisse, per assurdo, a riportare il format a quello normale, anche nel recuperare 10 club, significherebbe incassare 3.000.000 di Euro, cifra da non disprezzare. Insomma il "fondo perduto" è stato il deterrente per evitare che al mondo del calcio si avvicinassero avventurieri e faccendieri che nel passato hanno fatto scomparire gloriose realtà calcistiche, alcune disse hanno fatto proprio la storia del football della nostra Nazione. 

Allora. attendiamo,fiduciosi, lunedì 24 giugno, le iscrizioni al campionato di serie C e speriamo che la severità promessa (ovviamente dovuta per incassare maggiori fondi perduti) sia premiante nei confronti del club rossoblu, che in questi anni ha visto i suoi diritti calpestati, in tanti episodi extra campo e il ritorno in terza serie potrebbe rappresentare il simbolico "risarcimento" di anni di dolori e sofferenze, per un club sempre "virtuoso" (mai subito penalizzazioni in questo senso), pertanto questo evento possa essere la spinta per risvegliare la passione della tifoseria, assopita, ma con la scintilla pronta a far divampare il fuoco del supporto nei confronti dei nostri magnifici colori. 

Fabrizio Di Leo