Serie D/H, nel match tra Picerno e Bitonto ci fu combine?

Nella giornata di giovedì 20, tutta la stampa e l'informazione sportiva ha riportato la notizia che, in riferimento alla partita Picerno - Bitonto dello scorso 5 maggio, disputata in campo neutro (Rionero in Vulture), terminata per 3 a 2 a favore della squadra di Giacomarro, la Guardia di Finanza starebbe indagando su una presunta combine. Secondo quanto emerso, e riportato da una testata barese, alle prime luci dell'alba di oggi, 20 giugno, i finanzieri si sono presentati presso le abitazioni di nove calciatori del Bitonto, per effettuare le perquisizioni disposte dalla Procura di Bari. Lo stesso sito, inoltre, riporta, nel corpo della notizia, che presso la sede del Bitonto calcio sono state effettuate delle dovute perquisizioni con il sequestro di documentazione. Come succede in questi casi, nessun accenno finora è pervenuto dalle segreterie dei due club, in quanto le bocche sono rigorosamente cucite e momentaneamente si preferisce, per opportunità, attendere sviluppi ufficiali. 

L'opinione pubblica, in questi frangenti si pone alcune domande che fanno scaturire delle riflessioni in merito. Sicuramente il quesito fondamentale da porre alla Guardia di Finanza sarebbe : da cosa è scaturita questa operazione, o meglio quali gli elementi che hanno dato avvio alle perquisizioni sia agli atleti che presso la società calcistica, nell'occasione ospite del Picerno? Il quesito successivo, conseguenziale è: cosa potrà succedere, in termini di classifica del girone H se , ovviamente, venisse accertata l'illiceità del comportamento di tesserati, di una società o di entrambe? Premesso che se venisse accertato quanto effettivamente è motivo d'indagine, le soluzioni sarebbero in pratica due. Primo caso, poiché l'alterazione di una partita avrebbe favorito una squadra che dalla illiceità di tesserati ne avrebbe ottenuto un vantaggio, tale da conseguire la promozione alla serie superiore e, sempre che venisse accertata la responsabilità diretta ed oggettiva, allora i magistrati sportivi dovrebbero riscrivere la classifica e quindi la squadra seconda classificata potrebbe prendere il posto della capolista. 

Quindi il Cerignola dovrebbe sbarcare in serie C e il Picerno confermato in serie D, con possibilità di ulteriori punti di penalizzazioni, da scontare nella prossima stagione sportiva. C'è un precedente, preoccupante per coloro che sarebbero sotto inchiesta, stabilito in una sentenza del passato. Ovvero in un caso analogo, la squadra promossa, nell'ultima giornata a seguito di una combine che permise la vittoria dell'incontro, suffragata da prove e testimonianze, oltre a perdere la promozione nell'allora C/2, a vantaggio della squadra sconfitta in quel match, fu classificata, dalla giustizia sportiva, all'ultimo posto e retrocessa in Eccellenza. Di recente, il Taranto si ritrovò, nel cosiddetto caso Matera quando un dirigente lucano alla vigilia di Taranto - Matera, importante per la squadra dell'allora patron Colummella, tentò di convincere un'atleta ionico, il buon Claudio Miale, ad ammorbidire l'impegno dei propri compagni. La denuncia fatta dall'atleta, alla società rossoblu, e comunicata immediatamente agli organi federali, portò, dopo oltre un anno di giustizia sportiva, alla condanna del club lucano che, militante nella serie superiore, si ritrovò con sei punti di penalizzazione, ridotti poi a quattro, in appello, e la conseguente squalifica di alcuni mesi del dirigente che si prestò a questa manovra illecita. 

E' quindi ragionevole pensare che se, eventualmente, si andasse al dibattimento (ma potrebbe anche chiudersi con un'archiviazione in mancanza di prove ed atti schiaccianti), il Picerno potrebbe andare incontro ad una penalizzazione da scontarsi nella stagione 2019 - 2020, nel campionato di serie C, sanzione che potrebbe essere appellata in secondo grado e quindi terminare con una pena afflittiva molto limitata. Certo da questa situazione ancora una volta la squadra rossoblu è stata penalizzata. Innanzi tutto, già dal dopo Picerno la giustizia sportiva si è limitata a sanzionare una giornata di squalifica, in campo neutro e a porta chiuse, nonché un'ammenda di 3000 euro, ma il club ionico non ha visto riconoscere i danni subiti al proprio campionato ed ai propri atleti. 

L'appello, infatti, pur avendo riconosciuto fondato l'episodio occorso nei confronti del Taranto calcio, attestava solo la penalizzazione di tre punti che, in pratica, rimetteva in corsa proprio il Cerignola, alla vigilia dell'ultima di campionato e quindi del match Picerno - Bitonto. Per il Taranto questa rappresenta la terza sconfitta davanti alle aule delle giustizia sportiva (ricordate il caso Potenza Salernitana, di una decina d'anni fa ?), ma sembra che tutto congiuri contro i rossoblu che, ovviamente, non vogliono lucrare sulle disgrazie altrui, ma nemmeno essere continuamente vessati e beffati da interpretazioni così arzigogolate, tanto da essere diventate pilastri della giustizia sportiva. Attenderemo, come spettatori ed interessati allo sviluppo, solo a titolo informativo, di questa che potrebbe essere una nuova pagina della giustizia sportiva, il cui verdetto, se dovesse esserci, rappresenterebbe la nuova giurisprudenza in una materia così delicata.

Precisando che si è ancora in fase di indagini, nel momento in cui dovesse essere accertata l'esistenza di una combine, specifichiamo che ci sarà prima un procedimento ordinario da un punto di vista penale e poi a seguire ci sarà quello disciplinare sportivo. 

Fabrizio Di Leo