Amarcord, Nardò schiantato dai gemelli del gol rossoblu

La stagione 1994/95 parte in maniera molto travagliata. Il neo presidente Ruta battezza il suo nuovo mandato con la nomina di Lamberto Leonardi per la panchina rossoblu. Il tecnico romano, però, dopo pochi giorni rinuncia all'incarico dando un due di picche alla dirigenza. Al suo posto viene quindi chiamato Gino Castiello, "neo patentato" a Coverciano, ma che dopo varie incomprensioni viene messo alla porta dai senatori della rosa che costringono Ruta al curioso record di tre allenatori ingaggiati prima dell'inizio del campionato. A soli cinque giorni dal via della regular season viene finalmente individuato un profilo valido, tale Ivo Iaconi che pur essendo una matricola avendo allenato un solo anno a San Benedetto del Tronto, fa già parlare di sè in maniera molto positiva. Oltre al "caso allenatore", l'estate ionica viene ulteriormente scaldata dalla questione ripescaggio in C2, che sfuma a causa dell'instabilità economica della nuova società. 

Il campionato, però, parte bene sin da subito con il Taranto che riesce a collezionare ben cinque vittorie in sei giornate, unica macchia la sconfitta nell'insidiosissimo campo di Caivano. In vista della settima giornata Taranto e Nardò sono appaiate in classifica a quota dieci punti e si preparano allo scontro diretto che pare una vera e propria sfida promozione anticipata. In uno Iacovone stracolmo, nonostante la categoria, il Taranto di Iaconi scende in campo con Fabrizio (sostituito al primo minuto dal portiere over Imparato), Pernisco, Maiuri, De Gregorio, Longo, Calcagno, Candita, Latartara, Cipriani, Simonetti e Aruta. Risponde la Nuova Nardò agli ordini di mister Orati con Onesti; Salice, Arcuti, Manco, Drivio, D'Addabbo, Epomeo, Maresca, Vantaggiato, Merola e Renna. L'incontro è teso e le squadre nella prima mezzora preferiscono studiarsi senza affondare il colpo per evitare di scoprirsi troppo. A nove minuti dalla fine, però, è il Nardò a trovare la rete grazie ad un pregevole cross di Vantaggiato che pesca Renna tutto solo davanti all'incolpevole Imparato che non riesce a respingere. Il Taranto non ci sta e non vuole assolutamente andare al riposo con il risultato di svantaggio, che metterebbe ovviamente in salita la propria partita soprattutto sul piano psicologico. 

A due minuti dalla fine infatti arriva prontamente il pareggio grazie ad un guizzo di De Gregorio che avanza fino al cerchio di centrocampo e con un magistrale passaggio filtrante riesce a servire Cipriani che non può far altro che spiazzare il portiere Onesti con un tiro non troppo potente ma molto preciso. Nella ripresa i rossoblu scendono in campo senza paura grazie alla fiducia infusa dal provvidenziale pareggio. Dopo un quarto d'ora Aruta mantiene il possesso in area di rigore grazie al suo fisico imponente e dopo un stop di petto batte per la seconda volta l'estremo difensore neretino con un destro potentissimo. Vantaggio acquisito ed entusiasmo alle stelle non solo sugli spalti ma anche tra i calciatori rossoblu che possono finalmente giocare con maggiore tranquillità. 

Il "re Leone" è ormai incontenibile e dopo qualche azione di pura foga agonistica sfumata di poco, fa il bis: destro fulmineo direttamente da calcio di punizione di Cipriani, Onesti non riesce a bloccare ed Aruta in puro stato di grazia, segna la doppietta grazie ad un tap-in ravvicinato. Sei gol in sei partite è l'incredibile score del bomber di Castellammare che in coppia con Cipriani trascina il Taranto in vetta alla classifica. Qualche minuto più tardi Cipriani sfiora il poker con una doppia occasione in cui prima si fa respingere il tiro da Onesti e poi spara di poco alto sopra la traversa. A nove dalla fine sono ancora i granata a far paura con un bolide dai trenta metri scagliato da Epomeo che batte per la seconda volta Imparato. Non ci sarà tempo per ulteriori occasioni degne di nota, il Taranto batte il Nardò in uno scoppiettante scontro diretto e balza in testa alla classifica a più uno dal Cerignola. La squadra continua a vincere e convincere, i tifosi sanno che è l'anno giusto per la risalita. 

Gabriele Campa