Genchi, "Vincere e onorare la maglia. Non avrei mai voluto lasciare Taranto"

Peppe Genchi, in due stagioni con la maglia del Taranto, ha realizzato 53 goal in 70 presenze. Dopo tre anni lontano dallo Ionio, nella conferenza di inizio stagione, è stato ufficializzato il suo ritorno e queste sono le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di GiornaleRossoBlu.it:

Finalmente ancora una volta con la maglia del Taranto...

"Andare via da Taranto non è stata una mia scelta, perciò la volontà di tornare non è mai svanita, anzi è stata sempre quella di restare, anche in passato. La telefonata da parte di Giove è arrivata anche l'anno passato, ma quando sei sotto contratto in Lega Pro non puoi decidere se andare via o rescindere, quando invece sei svincolato puoi decidere come ti pare. Ho avuto questa la possibilità dato che da parte mia non c'era la volontà di restare a Potenza e questa si è combinata con la possibilità di ripartire quest'anno da un progetto molto importante e con l'opportunità di poter scalare quel gradino che non è stato possibile scalare nei tre anni in cui non ci sono stato, ma soprattutto di finire un percorso lasciato a metà."

Il Presidente Giove ha detto che ti cerca da molto tempo, ma certamente nel tuo ritorno c'è lo zampino di mister Ragno. Come descrivi il tuo rapporto con il mister?

"Si, sono coincise anche queste due cose perchè la volontà del presidente c'è sempre stata ed è molto importante quando una società ti vuole, a prescindere dal mister. Per quanto riguarda il mister, mi ha cercato per due anni e lo scorso anno mi ha voluto fortemente, ma non sono riuscito a ricambiare la fiducia, perchè se andiamo a vedere i risultati, non ho fatto una grande stagione. Poter ricambiare la stima e la fiducia che mi sta dando mister Ragno, nella squadra dove ho fatto le stagioni migliori della mia carriera, penso sia uno stimolo molto importante, e il modo giusto per farlo è vincere nella piazza dove ho lasciato il mio lavoro a metà."

Nelle due stagioni al Taranto hai realizzato 53 goal in 70 presenze, rendendole le più prolifiche sotto il punto di vista realizzativo. Hai qualche obiettivo personale oltre a quello di vincere con la maglia del Taranto? 

"L'obiettivo primario è sicuramente quello di vincere il campionato, ma questo è l'obiettivo di tutti. L'altro, come già detto, è ricambiare la fiducia riposta nei miei confronti da parte del mister e del presidente Giove. Per il resto si possono fare tante promesse, come quella dei goal, ma l'importante è sudare la maglia e onorarla come ho fatto nei miei due anni a Taranto. L'obiettivo principale per me è onorare la maglia, i goal poi arrivano da soli."

Con il Taranto hai sfiorato ben due volte la promozione diretta in Serie C. Quali sono gli errori da non commettere in virtù della tua esperienza in terra ionica? 

"Non dobbiamo essere presuntuosi perché, anche se si sta formando una grandissima squadra, la presunzione può farla diventare una squadra mediocre. Abbiamo i fari puntati già da adesso e questa, secondo me, non è una cosa molto positiva. Allo stesso tempo, avendo giocatori molto importanti in rosa dobbiamo avere la forza e la capacità di isolarci da tutto ciò che ci circonda, perché i fari puntati ci serviranno alla fine della stagione quando ci potrebbero essere i festeggiamenti finali. La presunzione non fa tanto male agli over quando agli under, che comunque vengono a giocare in una piazza dove hanno giocato giocatori importanti, dove lo stadio ti mette i brividi e dove la presunzione di essere più forti degli altri potrebbe aggravare la nostra posizione durante il campionato. Questa è la cosa più importante, poi gli errori possono essere commessi perché li fanno tutti, ma dobbiamo camminare domenica per domenica, giocando 34 partite con umiltà, provando a battere tutti, più forti e meno forti."

Quel goal con la maglia del Monopoli allo Iacovone diede il via a quello che fu un finale di stagione a dir poco disastroso. Parlaci di quella rete e delle emozioni che scaturì in te. 

"La rabbia c'era a prescindere perché quella società mi aveva praticamente annullato da quella città, per fortuna poi la verità è uscita fuori, ma a me questo interessa poco, mi importava solo di far bene, di salvarci con la squadra con cui giocavo e le emozioni furono discordanti perché segnai ad una squadra a cui dovevo tanto, una squadra a cui devo la mia carriera perché se ero tornato il Lega Pro era anche grazie al Taranto e penso che un pizzico di quella Lega Pro del Taranto era anche mio. Quel giorno ero contento perché segnare al 92' il goal vittoria e anche il goal salvezza non è da tutti, perciò fondamentalmente ero contento. Nello spogliatoio poi ho messo a fuoco quello che era successo, perché ho pensato molto a quello che poteva succedere al Taranto dopo quella partita. Per me in quel momento era importante dare una mano al Monopoli per la salvezza, adesso devo dare una mano al Taranto per tornare dove merita."

In questi 3 anni lontano da Taranto hai giocato spesso in un ruolo che non è propriamente il tuo. Sicuramente agirai nel tuo ruolo da prima punta, probabilmente affiancato da qualcuno nel 3-5-2. Personalmente preferisci giocare da unica punta con gli esterni a supporto o con una seconda punta al tuo fianco? 

"A Taranto ho fatto bene giocando con i due esterni con Cazzarò e Campilongo, con Favo invece sia a Taranto ma anche ad Ancona dove ho fatto 19 goal, mi sono trovato bene con l'attacco a due. Non ho molti problemi a giocare con un attaccante al mio fianco perchè avere qualcuno affianco fa sempre molto bene, perciò non ho problemi a giocare un con una punta accanto, l'importante è conoscersi, capirsi e darsi una mano a vicenda."

A suon di goal hai fatto innamorare la piazza, euforica e gioiosa per il tuo ritorno a Taranto. Qual è il messaggio che lanci ai tifosi? 

"Questo potrebbe giocarmi anche a sfavore, ma non ci sono aggettivi per descrivere l'accoglienza della città in conferenza stampa. Da me la piazza di aspetta moltissimo, credo almeno 20 goal, perciò se non faccio almeno questi goal ho perso, se invece ne faccio 15 e vinciamo il campionato, ho vinto. Quello che posso promettere alla piazza è quello che ho fatto in quei due anni, lottare, sudare e onorare la maglia. Se lo facciamo tutti possiamo fare molto bene. Alla città invece chiedo di dare una mano, restando vicini alla squadra come hanno fatto quest'anno, a noi servirà molto, ma dovremo essere bravi a rispondere con i risultati sul campo. La tifoseria a Taranto è l'uomo in più e come quando si dice che noi giocatori dobbiamo dare il 110%, alla piazza chiedo il 105%, una mano in più."

Simone Pulpito