Guaita, "Se c’è Ragno significa che alle spalle c’è una società forte"

Giornalerossoblu.it ha raggiunto telefonicamente l’esterno offensivo d’attacco Leandro Guaita. L’argentino nella scorsa stagione era in forza al Potenza, classe 1986, ormai pronto per la sua nuova avventura in riva allo Ionio.

Un pensiero sulla tua lunga esperienza in casa Potenza: 

Quella con il Potenza è stata una storia molto intensa, bella e soddisfacente. Abbiamo raggiunto ottimi risultati, riportando una squadra allo splendore da un quasi fallimento fino ad arrivare alla migliore stagione in serie C degli ultimi cinquant’anni, vincendo anche un campionato.  Poi il rapporto che ho costruito lì con la gente, è stata una cosa nuova, mai provata prima. Lascio a Potenza tanti amici veri. Porto nel cuore questa esperienza e quella tifoseria.  Mi dispiace che i rapporti con la società non si siano chiusi nel migliore dei modi, ma credo che dopo un percorso così importante fosse impossibile lasciarsi ‘bene’.

Se dovesse andare tutto come previsto, arriverà presto la tua firma con il Taranto. Il girone in cui disputeremo questo campionato, probabilmente non ha nulla da invidiare alla Lega Pro. Sei d’accordo?  

Tra il girone H della serie D e la Lega Pro cambia davvero poco. L’unica differenza sostanziale è quella che riguarda la regola degli under. Hanno inventato questa regola che porta tanti ragazzini a giocare, molti dei quali non sono pronti per un passo del genere. Se un giovane è pronto, è giusto che debba giocare. Ma ci sono casi in cui tutto questo porta a penalizzare loro stessi. Indipendentemente da ciò nel girone H ci sono tante squadre importanti, tanto quanto quelle che trovi in Lega Pro. E’ un girone difficile e lo vincerà non chi farà la squadra migliore o più costosa, ma chi costruirà il gruppo più unito. I singoli nomi poi contano poco. E’ esattamente quello che sta facendo il Taranto.

Sei stato corteggiato da diverse squadre di serie D ma anche Lega Pro, cosa ti ha portato a sposare il progetto del Taranto?  

Ho sempre detto che non rientrava nei miei piani andare via da Potenza per giocarci contro in un’altra squadra di serie C. Neanche per fare un campionato a vincere. Li avevo la mia vita, i miei comfort. Non sarebbe stato facile.Quando è arrivata la chiamata del Taranto, in realtà ho ricevuto contemporaneamente anche tante altre proposte sia dalla D che dalla C, ma la maglia rossoblu aveva qualcosa in più. Ho deciso di sposare il progetto del presidente Giove perché lui ha fortemente voluto la mia presenza in riva allo Ionio. Ho sentito nelle sue parole qualcosa di speciale che mi ha convinto, ho capito quanto fosse importante per lui vincere. Ma non vincere e basta, portare il Taranto alla vittoria, fare qualcosa di importante per questa città. Non era un semplice “vinciamo il campionato”, c’era molto di più dietro. Ha davvero molto a cuore la sua squadra, e tutta questa passione mi ha colpito.

Mister Ragno potrebbe davvero essere la mossa vincente di questo progetto? 

Quando una squadra prende mister Ragno, si capisce subito che ci sono tutti i presupposti per cercare la vittoria. Lo sanno tutti, se c’è lui significa che alle spalle c’è una società forte e un progetto ambizioso. Quando lui è arrivato a Potenza, io stavo per accasarmi in un altro club contro cui giocheremo. E’ stato lui a convincermi a restare.

Giocherai nuovamente con Peppe Genchi: 

Lui ha sempre sognato di tornare a Taranto, ha sempre voluto quella maglia. Sono molto contento per lui che ci sia finalmente riuscito. Sono contento anche per me dato che lo ritroverò, è tra gli attaccanti più forti senza dubbio. E’ un lusso per la Lega Pro figuriamoci per la serie D.

Cosa rispondi a chi ti accusa di scendere di categoria solo per i soldi?  

Alla gente piace parlare di soldi. La realtà dei fatti è che a questo punto della mia carriera io cerco solo tanti stimoli e ho voglia di fare nuovamente qualcosa di importante. Il Taranto non vince da diversi anni ormai, riuscire finalmente in questa impresa significherebbe lasciare il segno e questo vale più di qualsiasi stipendio.E’ vero giocare in serie D significa fare un passo indietro, ma se poi vinciamo il campionato? Sarà come averne fatti due avanti.

Alessandra De Gennaro