Taranto, società attiva nonostante continui mugugni e gratuite maldicenze

Il nuovo colpo di mercato, messo a segno nel pomeriggio odierno, quello di Antonio Croce, conferma le reali intenzioni della società ionica nel voler allestire e mettere a disposizione del tecnico Ragno, una rosa di qualità e soprattutto di esperienza e  duttilità.

Subito dopo la disfatta di Cerignola, il patron Giove, con una comunicazione verbale, mai avvenuta nei 92 anni di vita del club, informò la tifoseria e l'opinione pubblica che il percorso dell'allora tecnico, Panarelli, si era concluso e, già da quella amara serata (per il risultato pesante subito), una nuova era sarebbe  iniziata, quella del tecnico Ragno.

Da quell'istante la società, con tutto il personale  alle dipendenze, iniziò un percorso che vide Giove coinvolgere e pressare il proprietario dell'impianto, per far effettuare allo Iacovone, gli interventi  indicati dal professionista della Lega Pro che vide la volontà della società e del Comune di Taranto, di adeguare, agli standard qualitativi e di comfort, l'impianto per una tranquilla permanenza degli spettatori in uno dei templi del calcio italiano.

Quindi la società, con tutte questa azioni,  ha provato a percorrere la strada del ripescaggio, PUR ESSENDO CONSAPEVOLE che una clausola incomprensibile, ma da accettare, ne PRECLUDEVA IL RIPESCAGGIO, perché "premialità" già ottenuta tre anni fa, quindi nel periodo retroattivo dei cinque anni.

Nonostante il lavoro alacremente svolto dal Direttore Sgrona, in simbiosi con Ragno, presentato tra l'altro lo scorso 2 luglio in un noto hotel cittadino assieme al primo acquisto importante, in pratica un ritorno, ovvero quello di Genchi, ecco che nonostante i numerosi arrivi e le riconferme dei pezzi, cardini della rosa della passata stagione,  come sempre a Taranto si sono formate due fazioni, i favorevoli all'operatività di questa società e l'immancabile fazione dei contrari "a priori" e a "prescindere" nei confronti del patron Giove, del Direttore Montella e, per un breve periodo, come ciliegina sulla torta,  anche nei confronti di Cardamone e del settore giovanile.

Tanti fiumi di parole, concetti triti e ritriti, enorme e assurda dietrologia, riesumazione di vecchi elefanti, sia per i presidenti del passato ma anche dei dirigenti, nostalgia del passato, ma tante parole fuori posto, al limite della decenza, a volte oltrepassanti il limite della buona educazione, con offese continue nei confronti dei vertici societari, ma con il classico sport cittadino, ovvero la "tuttologia", ci sono state fette di opinione pubblica che si è piccata di essere esperta in gestioni aziendali, di essere competente di diritto commerciale (ultimamente si argomenta con concetti capziosi ed arzigogolati sulle motivazioni che hanno spinto il patron Giove ad assumere la carica di Amministratore Unico Delegato), in questi ultimi giorni si è anche tirata in ballo la Fondazione Taras (darebbe anche fastidio una ritrovata sintonia, con il socio di maggioranza, ovvero Giove).

Si continua ad attaccare (in realtà già dal suo arrivo a Taranto) il Direttore Montella, reo di aver affermato che il  Taranto sarebbe stato pronto per il ripescaggio, senza tenere conto che il Direttore è un dipendente della Società, NON E' IL PADRONE E PLENIPOTENZIARIO DELLA STESSA, dimenticando che il settore organizzativo del Taranto, cuore pulsante della società fa capo a lui, ma  questi novelli dottori del diritto sportivo hanno evidentemente dimenticato che il Taranto, IN PRIMA CHIAMATA, non avrebbe potuto presentare la famigerata ed agognata (quasi fosse la panacea di tutti i mali) istanza e che solo dopo un Consiglio Federale, se venuta meno la chiusura del format a 60 squadre, si sarebbe potuto indire un nuovo bando di manifestazione d'interesse a partecipare al campionato di C.

In quel caso il Taranto, dopo la cassazione  della clausola di esclusione da parte del Consiglio Federale, avrebbe potuto presentare la domanda, corredata da tutta la documentazione e i versamenti previsti, oltre il  "FONDO PERDUTO COMPRESO" (ricordiamo ai più smemorati, pari ad €uro 300.000), ovviamente il tutto nella speranza di tempi brevi (per intenderci non alla vigilia di Ferragosto, come accadde tre anni fa, in quel caso, era il 4 agosto 2016, fu costretta quella compagine societaria a stravolgere la rosa, preparata per la serie D e poi catapultata in serie C). 

Giove, nonostante tutti questi GRATUITI E SCONCERTANTI ATTACCHI, ha più volte ribadito, l'ultima volta proprio martedì 2 luglio in conferenza stampa, che andrà avanti perché lui E' IL PRIMO TIFOSE DEL TARANTO (d'altronde non avrebbe investito tanti milioni d'euro in questi due campionati trascorsi), ma se non avesse avuto una consistenza economica considerevole (messa in dubbio da una parte dell'opinione pubblica, abile nel fare i conti in tasca, IN MANIERA VERGOGNOSA, di altri e con i soliti venticelli di maldicenze e favole metropolitane,  che  soffiano per portare i semi di zizzania e contrapporre le due fazioni, quasi fossimo nella Firenze del '300, ai tempi di Dante Alighieri, quando i Guelfi ed i Ghibellini si affrontavano sia verbalmente che con strane manovre di supremazia degli uni verso gli altri.

Anche coloro che invitano il Presidente e la compagine societaria attuale ad andare avanti, sono etichettati di essere collusi con la società, perché tacciati di non essere critici nei confronti delle iniziative di questa proprietà, ovviamente affermazioni non corrispondenti a verità, perché, certamente con la morte nel cuore, nel dopo Cerignola, tutto l'ambiente ha voltato pagina e ha dichiarato di riscattare quanto prima quell'esito negativo ed infausto.

Le mosse di questi primi giorni di mercato ufficiale, peraltro ancora in fase di svolgimento, tanto che la rosa non è affatto completa, dimostrano che gli investimenti previsti, come affermato da Sgrona, sono tesi a costruire una rosa forte, tale da renderla una corazzata o super corazzata (l'etichetta è uscita per dimostrare la bontà del lavoro svolto finora) allo scopo di primeggiare, o meglio, arrivare primi in campionato e senza vedere chi sono i nostri avversari e le loro rose.

IL TARANTO, come detto più volte, DEVE TEMERE... SE STESSO!

La guida tecnica di questa imminente stagione (dieci campionati vinti da Ragno in venti anni di panchine, sparse in regione e fuori ), alla piazza deve fare stare tranquilla, il mister di Molfetta sa quali sono i progetti, le ambizioni ed i programmi tracciati (come detto da Giove, pluriennali) e quali uomini servono alla causa.

Tranquilli attendiamo gli eventi, facciamo lavorare,  SERENAMENTE la società e aspettiamo i primi calci al pallone, nelle amichevoli pre campionato, per comprendere quale il credo tattico di Ragno e come schiererà  i suoi uomini che, nell'ottica della duttilità , saranno tutti impegnati nel cammino delle 34 gare che ci toccheranno a partire dal prossimo 1° settembre.

Fabrizio Di Leo