Giochi del Mediterraneo, un impegno di spesa ingente distribuito sino al 2026

E' notorio che,  venerdì scorso, 24 agosto,  Taranto è stata designata quale sede della  XX edizione dei Giochi del Mediterraneo 2026. La prima domanda che i più si pongono è la seguente: cosa sono e che rappresentano questi giochi?

I Giochi del Mediterraneo sono una manifestazione sportiva multidisciplinare, sulla falsariga dei Giochi olimpici, cui partecipano le nazioni che si affacciano  sul mar Mediterraneo (ad esclusione di Israele e Palestina), più alcune nazioni dell'area mediterranea, prive di accesso a tali aree (Andorra, Kosovo, Macedonia del Nord, Portogallo, San Marino e Serbia). Gli stessi giochi sono organizzati sotto la supervisione del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo (CIGM, ufficialmente Comitè International des Jeux Mediterranéens - CJIM). 

I primi Giochi  furono disputati dal 5 al 22  ottobre 1951, ad Alessandria d'Egitto. Da quell'anno, i giochi si sono disputati con cadenza quadriennale, nelle annate dispari e non coincidenti con i Giochi olimpici, tanto che sono state, finora, disputate ben diciotto edizioni, l'ultima dopo cinque anni dalla 17^,  a Tarragona, in Spagna, slittati di un anno (2018 anziché 2017 ) a causa problemi economici derivanti dalla crisi spagnola che spinse,  il 9 novembre 2016, alla decisione dello slittamento ad ottobre di due anni dopo. 

Dopo l'edizione di Orano (Algeria) nel 2021, la 20^, come detta, sarà disputata a Taranto dove, nel giugno 2026, le delegazioni dei 26 paesi partecipanti (di cui 9 all'Unione Europea e quindi possono esporre sulle maglie la doppia bandiera) si sfideranno nelle 32 discipline, articolate in varie sedi, oltre la città ionica, distribuite tra la provincia tarantina e quelle di Bari, Brindisi e  Lecce. 

La candidatura di Taranto è stata sostenuta dal Governo nazionale con un impegno di spesa per 100.000.000 di euro per la manifestazione e 20.000.000 di euro per l'organizzazione degli stessi.

L'Amministrazione comunale, proprio in occasione dell'appuntamento del 24 agosto scorso, con Deliberazione  della Giunta Comunale  n°204/2019  del 21.08.2019 "XX Edizione  Giochi del Mediterraneo. Approvazione schema di contratto. Consequenziale variazione di Bilancio",  considerato che lo schema di contratto prevede l'obbligo di corrispondere al CIGM per la cessione dei diritti della manifestazione sportiva, l'importo di 2.000.000 di dollari + IVA con le scadenze spalmate in otto tranche di importo variabile con l'ultima da corrispondere  il 1 giugno 2026, ha approvato la varizione del Bilancio finanziario di previsione per il trienno 2019 -2021.

Alla luce di questo è stato deciso, con la delibera predetta di apportare al bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019 -2021 le variazioni di cassa le cui risultanze finali sono indicate nei  al documento.  Ciò significa che è stato già previsto il maggior impegno di spesa ed in effetti questo atto, presente nel dossier presentato al Comitato Internazionale  ha integrato  il dossier che ha permesso di assegnare, per acclamazione, i Giochi del 2026.

Tutto bene? Diciamo in parte, perché i fondi che dovranno giungere a Taranto  (sono stati stanziati complessivamente 290.000.000 milioni di euro) ovviamente serviranno a creare nuovi impianti, recuperarne altri, idearne determinati assenti integralmente.

Per il calcio, ritornando a quella parte dell'opinione pubblica che contesta il "degrado" e la "parziale" fruibilità dello Iacovone, il discorso è parzialmente vero, ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: come si fa ad intervenire radicalmente allo Iacovone, quando una parte  degli stanziamenti serviranno per coprire INTEGRALMENTE lo stadio di Via del Mare di Lecce, mentre il nostro stadio subirà piccoli interventi di maquillage? In occasione dei Giochi del Mediterraneo 2007 il San Nicola, che al'epoca aveva sette anni di vita (fece il uso esordio in occasione di Italia 1990), intercettò  gran parte dei finanziamenti, lasciando le briciole alle altre città e sedi di gara delle altre province, lo stadio fu dotato di quel tabellone, attualmente in disuso e l'impegno di spesa, al netto delle strutture turistiche alberghiere ricettive a Castellaneta Marina nonché l'impianto di golf dove si disputò il circuito della manifestazione, si ridussero a poche briciole. Ed allora, vanno bene gli accordi tra i sindaci dei comuni di Taranto, Brindisi e Lecce, ma attenzione alla nostra classe politica locale e nazionale, affinché qualcuno non tiri fuori dalla manica il classico ASSO e faccia "PIGLIATUTTO", sottraendo risorse finanziarie previste per l'impiantistica della nostra città e del nostro territorio, quindi accortezza anche perché, come dimostrato innanzi, queste manifestazioni prevedono aggiustamenti di bilanci per rispettare il contratto annesso con tranche consistenti di dollari da depositare presso il Comitato Internazionale alle scadenze richieste e non sono prorogabili o procrastinabili.

Taranto, svegliati, lo spirito della Magna Grecia sia rappresentato dal sacro fuoco che arde contraddistinguendoci in oltre tremila anni di storia, quindi non accettiamo il giogo che fu anche respinto nelle guerre tra Taranto e Roma contro l'egemone popolo romano, ma con fierezza ci sia l'orgoglio di essere tarantini e pertanto DIFENSORI della nostra martoriata terra, ma in questa occasione, cittadini, politici, uomini di pensiero, di sport, REMINO TUTTI ASSIEME ED IN DIFESA DEI NOSTRI SACROSANTI DIRITTI perché questa occasione  DI RISCATTO, anche NEL CALCIO, SIA COLTO SENZA INDUGIO.

Ad maiora semper, perché il nostro traguardo è stato raggiunto, per il momento,  e possa essere coronato con il successo dell'importante manifestazione internazionale,che vedrà, in riva allo Ionio, una moltitudine di atleti, provenienti da tanti paesi, con affaccio sul Mediterraneo,  in un afflato di comunanza, derivante dallo storico mare, palcoscenico,  in ogni epoca,  di grandi e rilevanti trasformazioni nonché stili di vita.

Fabrizio Di Leo