Taranto, nuove ipotesi tattiche e di calciomercato

foto Fabio Mitidieri
Il Taranto da sempre è in netto credito con la buona sorte. Negli ultimi sei anni solo due partite di Serie D sono state rinviate per infortunio dell'arbitro: Trani-Taranto, nella stagione 2012-13 e Fasano-Taranto di domenica scorsa. Il Taranto in entrambe le gare ed in entrambe le circostanze, era momentaneamente in vantaggio. Il regolamento, quanto mai assurdo in questo caso, parla chiaro: infortunio dell'arbitro, partita non omologata (a prescindere dal risultato in corso e dal minuto dell'interruzione) e da ripetere ex novo. 

Tutto il resto non conta. Non conta il vantaggio di Dario Bova, la cui marcatura sarebbe stata la prima ufficiale con la maglia rossoblu. Così come non contano, almeno ai fini del risultato finale, le buone impressioni fornite dal nuovo tridente, tutto over, alle spalle di Favetta. E neppure la buona prova di uno dei due 2000 in campo a Fasano, Bonavolontà. Oltre al vantaggio di Bova, il Taranto ha fornito complessivamente buone impressioni nei 38 minuti di gioco disputati a Fasano. 

Ad esempio si è avuta l'impressione che il tridente composto da Oggiano-D'Agostino-Di Senso, con il maggior tasso di esperienza e di qualità, potesse fare male da un momento all'altro all'avversario. E che i meccanismi, nella fase di possesso palla tra i tre, fossero oleati e ben studiati. Così come la loro pericolosità nelle transizioni di gioco e nei contropiedi, sopratutto con la velocità di Oggiano e Di Senso. Mentre D'Agostino, capitano, stava ben figurando nelle aperture di gioco e nei movimenti tra le linee. Come detto precedentemente, ottima era l'impressione avuta da Bonavolontà. Un ragazzo di appena 18 anni, ma che sa mostrare buone doti di palleggio, oltre che di un ottimo senso di posizione in mezzo al campo. 

Di negativo, e c'è da sottolinearlo, le solite "amnesie" in fase di non possesso, quando l'avversario, in questo caso il Fasano, prova a penetrare verticalmente. Per il biancoazzurri si contano almeno un paio di ghiotte occasioni sciupate da Formuso, quasi a tu per tu con Cavalli. L'impressione complessiva è che il Taranto abbia un potenziale ancora non pienamente espresso, sia in fase di gioco, che in quella difensiva. La sensazione è che il Taranto può subire gol, a volte, quasi come se si distraesse, o come se non mettesse tutta l'intensità nervosa in campo. Troppi gol sono stati presi in momenti della partita che, invece, vedevano più presente il Taranto rispetto all'avversario di turno. Di contro, è chiaro che questa squadra, quando vuole e quando è pienamente concentrata, sa far male. A volte basterebbe un pizzico di attenzione in più nelle fasi di gioco e siamo sicuri che questo Taranto possa davvero sapersi imporre in campionato. Ora, senza piangere sul latte versato, bisogna guardare avanti. 

Pensare troppo di essere vittime di complotti (arbitraggi, squalifiche, partite annullate) non porta nulla di buono. La partita col Fasano andrà rigiocata e possibilmente vinta. E, cosa non da poco, si disputerà con gli attuali squalificati Manzo e Marsili. La cui non presenza domenica scorsa è stata pienamente ammortizzata da chi li ha sostituiti. Questo a bontà delle continue e coerenti parole di Panarelli, cioè che tutti sono potenziali titolari. Ovviamente, tutto questo è vero e valido fino a Dicembre, ovvero quando si riaprirà il mercato di riparazione nei Dilettanti. E in quest'ottica i movimenti e le idee iniziano a prendere forma. Ad esempio le prossime partite potrebbero essere fondamentali per delineare le prossime strategie di mercato. Seppur per soli 38 minuti, sono state buone le prove fornite dai tre over dietro Favetta. 

Così come è stata più che positiva la prestazione di Bonavolontà. E il Taranto potrebbe pensare di dare continuità a questi interpreti di gioco, liberando un posto da over nella batteria offensiva. Usando il condizionale, si starebbe pensando di rinforzare la batteria under andando ad intervenire nel settore difensivo destro, dove Infusino non avrebbe pienamente convinto fino ad ora. Così come sarebbero in bilico le situazioni legate alla permanenza di D'Alterio, Diakitè e Ancora. I tre, sia per infortuni che per rendimento, potrebbero essere messi sulla lista d'uscita. E, non è una novità, il Taranto vuole regalare a Panarelli una punta di spessore. 

I nomi sono i soliti: la suggestione Genchi rimane valida, tra l'altro proprio il suo ex DS De Santis in una trasmissione locale affermava che l'attaccante non si stesse trovando al meglio in Lucania. Quindi rimane sempre valida la pista che porterebbe l'ex beniamino del Taranto alla corte di Massimo Giove, ammesso che si trovi l'intesa economica. Ma il ritorno a Taranto di Genchi rappresenterebbe una vera e propria bomba di mercato per il Taranto. L'altro nome caldo è Santaniello, bomber del Picerno, il quale gradirebbe la destinazione ionica, ma che deve ovviamente onorare l'impegno contrattuale con la squadra di Giacomarro. In lista vi è anche Lattanzio, giocatore cercato in estate dal Taranto ed ora al Cerignola. Anche qui, la trattativa rimane legata alla volontà della società d'appartenenza. 

Il Taranto, comunque, si muoverà sul mercato con una logica chiara: ad una entrata seguirà un'uscita. Eccezione potrebbe farla il ruolo del portiere. Il Taranto si starebbe muovendo per tutelarsi nel caso in cui l'infortunio di Pellegrino sia più serio di quanto sembra. Infine, il mercato potrebbe regalare un ulteriore colpo in mediana, dove si potrebbe intervenire con un over di qualità. In uscita potrebbe esserci Gori, seppur fin ora abbia dimostrato buoni scampoli di gioco quando è stato impiegato. Ora però è il momento di pensare al calcio giocato. Di dare un forte segnale al campionato. Il Taranto non deve mostrare segni di debolezza nei confronti delle circostanze sfortunate capitate nell'arco di 7 giorni. Testa bassa e continuità. Il Taranto dimostri ora di essere più forte delle avversità.

Paolo Fine