Taranto, la vittoria col Pomigliano e l'acquisto di Esposito fanno sognare. E non è finita...

Il Taranto si ripete in trasferta a Mugnano, sul campo del Vallefuoco, battendo di misura il Pomigliano con la prima marcatura stagionale in maglia rossoblu per l'attaccante Antonio Croce. Il gol, arrivato quasi sul finire di gara, fa tirare un sospiro di sollievo a tutti. D'altronde il Taranto visto ieri ha giocato sulla falsa riga delle ultime partite: pallino del gioco sempre in mano ionica, tante occasioni costruite, quasi nessun pericolo dalle parti di Antonino, una incredibile sofferenza per far terminare la palla oltre la linea di porta avversaria. 

Effettivamente, se volessimo fare un'analisi semplice e sintetica, uscirebbero due fondamentali tematiche riguardanti il Taranto degli ultimi tempi. Partiamo dal primo aspetto, la fase difensiva. Il Taranto, sopratutto dopo l'arrivo di Di Bari, ha blindato la porta di Antonino. I rossoblu non subiscono gol da circa 291 minuti: l'ultimo gol subito risale alla sfida tra Taranto e Francavilla in Sinni allo Iacovone. A segnare allora fu D'Auria con quel "tiro della domenica" che, ricorderete in tanti, si insaccò imparabilmente sul secondo palo. Un tiro tanto bello quanto imprevedibile. 

Da allora il Taranto ha eretto un muro invalicabile, ma a migliorare, probabilmente, è stata tutta la fase difensiva e di non possesso del Taranto. Perché, oltre alla bravura di un elemento in più che sta facendo la differenza come Vito Di Bari, il Taranto subisce oggettivamente molti meno tiri in porta o circostanze dove l'avversario può fare male. Sono diminuite, ad esempio, le distrazioni e i cali di concentrazione della squadra che, spesso, rianimavano l'avversario di turno. L'ultimo errore di tal tipo che si ricordi risale alla vittoria del Taranto contro il Granata, quando un passaggio corto di Bova per Marsili veniva intercettato da Mattera il cui successivo tiro si sarebbe stampato sulla traversa. Dopo quell'errore il Taranto non ha più tergiversato migliorando sensibilmente la tenuta mentale, sia in fase di possesso che di non possesso. E' migliorata anche la fase di filtro della squadra, tra attacco e centrocampo. 

Il palleggio avversario risulta, in questo modo, più difficile e meno efficace, consentendo poi al Taranto di ritornare in possesso della palla più facilmente. Un ultimo spunto a favore di questa maggiore tenuta difensiva riguarda la fase di possesso palla: il Taranto, sul piano del gioco e dell'atteggiamento in campo, è forse ancora in fase di crescita. La risultante è un continuo possesso palla del Taranto che, per forza di cose, tiene lontano il pallone dalle parti di Di Bari e compagni allontanando così pericoli in difesa. Il secondo aspetto che viene a galla sono le tantissime occasioni che il Taranto costruisce ad ogni partita. Tutto nasce, ancora una volta, dalla migliarata fase difensiva e dall'innesto importantissimo del mancino Vito Di Bari. La manovra, con un regista arretrato, risulta così più fluida e precisa. 

L'azione inizia direttamente dalle retrovie trovando poi palleggiatori di mestiere più avanti come Massimo (secondo regista in squadra), D'Agostino (terzo regista avanzato), gli inserimenti degli under come Guadagno, la spinta di Pelliccia a destra, il dribbling e la velocità di Oggiano, la manovra di Di Senso. L'azione, quindi, si ritrova con questo asse centrale di palleggiatori, con le giocate degli esterni e gli inserimenti degli altri in campo. Questo Taranto, in questo modo, trova spesso la conclusione dalle parti dell'avversario come naturale evoluzione di ogni azione. Ecco come il Taranto riesca a produrre una quantità industriale di tiri nello specchio avversario, ma il tasto dolente è la mancanza di cinismo che, unita alle giornate di grazia vissute dai portieri avversari, rendono la vita sugli spalti dei tifosi un continuo palpitare. Il gol sembra sempre essere nell'aria, perché il Taranto è vivo, lotta, corre, costruisce, fa venire l'acquolina in bocca anche ai palati più raffinati. 

Di contro c'è l'incapacità di tradurre tutto quanto in gol, o meglio la difficoltà cronica che ha il Taranto di mettere la palla in porta. Se volessimo ridisegnare la classifica in base alle occasioni che il Taranto avrebbe potuto sfruttare meglio, aggiungeremmo almeno 5-6 punti alla classifica attuale: 2 punti con la Gelbison in casa, 2 punti con il Fasano in trasferta, 2 punti con il Picerno in casa. Queste le più clamorose vittorie mancate dal Taranto. Però, si sa, con i se e con i ma non si va mai da nessuna parte e il Taranto, bello a vedersi, non può rimanere a specchiarsi a vita. Ha bisogno di fare gol, di mettere la palla in porta. Quella maledetta e benedetta palla in porta che, da attaccante d'area di rigore, ha messo dentro Antonio Croce all'80' della ripresa. Un gol meno bello di tanti altri che sarebbero potuti essere, un po' bruttino, ma efficace, reale. 

"Vorrà dire che ci alleneremo a tirare", è stato detto a fine partita tra il serio e il faceto da mister Panarelli, ma tanto lontano dalla realtà questa affermazione non lo è. Banalmente, a volte sembra che i tiri pur se indirizzati nello specchio, risultano o centrali o troppo parabili dai portieri che poi finiscono la partita come migliori in campo. Sì, il Taranto ha bisogno di aggiustare la mira. Ha bisogno di trovare più determinazione avanti e di far tornare al gol uno che nelle ultime settimane pare abbia avuto le polveri bagnate, Ciro Favetta. Il quale domenica ha riposato forzatamente in seguito ad un attacco di gastroenterite. 

Il Taranto, infine, ha ufficializzato l'acquisto di Vittorio Esposito. Il funambolico classe 88', che sostituisce Ancora, può essere un ulteriore elemento utile a scardinare le difese avversarie schierate tutte dietro, sopratutto con la sua bravura palla al piede e la sua visione di gioco. Il Taranto ora aspetta il Sorrento allo Iacovone per l'ultimo appuntamento del girone d'andata e per l'ultima partita dell'anno solare 2018. I tarantini e tutti i tifosi avranno un orecchio anche a Bitonto, dove il Picerno andrà da campione di inverno a cercare punti. L'auspicio è che quel distacco -6 possa assottigliarsi sensibilmente domenica prossima e consentire di passare delle feste più dolci a tutti i tifosi del Taranto.

Paolo Fine