Nel tardo pomeriggio di ieri, è arrivata il comunicato del Tribunale Federale Nazionale da cui si evince che a seguito del deferimento di Massimo Giove e del Taranto calcio, si irrogava la inibizione di mesi tre per il Presidente e la penalizzazione di un punto al Taranto calcio perché a seguito di un lodo arbitrale intentato da tre ex tesserati del Taranto, nella stagione 2016/2017, "la società deferita si sarebbe astenuta dal corrispondere la mensilità di giugno 2017, in favore dei tre menzionati tesserati per il periodo 21,11,2017 - 04.06.2018.
Tale comportamento integra gli estremi sanzionati con l'art. 1 bis, comma 1, del CGS, anche in relazione del C.U.153 del 9 giugno 2017 ai fini dell'iscrizione al campionato nazionale di serie 2017 / 2018. Tale documentazione e puntuale ricostruzione dei fatti operata dalla Procura federale non può lasciare ad altre interpretazioni all'evidenza in contrasto con l'Ordinamento federale."
La conferenza odierna, alla presenza del Voce Presidente del sodalizio, avv. Sapia, del Direttore Generale, avv. Montella e del legale del Taranto calcio, avv. Fistetto, quindi impreziosita dall'arrivo del Presidente che, inibito, si è limitato ad un saluto alla stampa e invito a stare uniti per queste ultime dieci battaglie, è servita ai relatori per spiegare le dinamiche di questa "bomba ad orologeria" innescata nel 2017 ed esplosa quasi al termine della stagione corrente, quando il team rossoblu è in piena corsa per il salto alla serie superiore.
Nel corso dell'incontro, la società ha preannunciato la presentazione del ricorso, avverso questa sentenza, in 2° grado, designando il collegio difensivo composto dagli avvocati Fabio Fistetto ed Eduardo Chiacchio, noto legale esperto in diritto sportivo e chiamato dai vari club italiani a difenderli in casi particolarmente spinosi, come quello in cui si è trovato il Taranto.
Ma chi è l'avvocato Eduardo Chiacchio, legale nelle cui mani si messo il Taranto in questa battaglia aspra e spinosa del giudizio di 2° grado?
Giocatore fino all'età di 29 anni, indossando le maglie di diverse squadre campane, aver praticato il calcio, prima di intraprendere la professione forense, lo ha aiutato moltissimo.
Nonostante giocasse da professionista, riuscì a portare a termine gli studi Giurisprudenza conseguendo la laurea a pieni voti presso l'Università Federico II di Napoli. In occasione della laurea, nel 1981, fu promulgata la famosa legge n. 91, che eliminò il vincolo sportivo tra società ed atleti professionisti.
Fu la svolta epocale che segnò il destino di Chiacchio che divenne avvocato di diritto sportivo.
Fu impegnato come legale difensore in molti processi sportivi, iniziando proprio negli anni 2011 e 2012, con quelli del calcio scommesse che vide coinvolti numerosi giocatori, dirigenti e società di Serie A, Serie B e Lega Pro.
Fu una stagione tra le più tristi per il calcio italiano e in quel filone d'inchieste, tra gli altri, difese la società dell'Albinoleffe di Bergamo, per la quale la Procura chiese ben 27 punti di penalizzazione per nove illeciti sportivi contestati: una richiesta di pena unica nella storia della giustizia sportiva.
Riuscì, grazie alla sua abilità, a dimostrare che il club era stato danneggiato dal comportamento illecito dei proprio tesserati che avevano messo in atto strategie malavitose per dilaniarne premeditatamente il potenziale e, dopo i tre gradi di giudizi, i punti furono ridotti a 4. L'altro caso famoso, in cui si distinse fu quello che vide al centro delle cronache giudiziarie il Calcio Napoli ed il portiere Giannello, accusato di tentato illecito nella partita Sampdoria - Napoli del 2010.
Dinnanzi alla Corte di Giustizi, ottenne la derubricazione del reato da illecito sportivo a violazione dei principi di lealtà sportiva. Si chiuse quindi in maniera positiva una delle vicende più discusse della storia recente della SSC Napoli, con la revoca della penalizzazione di due punti in classifica inflitte dalla Disciplinare.
Nella scorsa stagione, difese l'Avellino e riuscì nell'intento di far sentenziare il doppio proscioglimento dall'accusa di illecito addebitato ai massimi dirigenti del club irpino e con il totale rigetto della richiesta di immediata retrocessione formulata in dibattimento dalla Procura Federale.
Ecco il Taranto, ha rimesso il suo destino nelle mani di Chiacchio, affinché, in 2° grado, la sanzione afflittiva possa essere mitigata, sicuramente con la richiesta di annullamento del punto di penalizzazione, ritenuto dal club rossoblu, importante per il finale di campionato e la riduzione della inibizione del Presidente Giove che ha ottemperato al pagamento delle mensilità di marzo, aprile e maggio 2017 e giugno 2017, nei termini previsti , circostanza certificata dalla Lega Professionistica di C e versamento anticipato del lodo riguardante il mese di giugno 2017, le cui ricevute dei bonifici, pagati nei termini, sono state esibite, in occasione della conferenza stampa e verificate dai giornalisti presenti che avessero avuto la curiosità di prenderne visione e eventualmente fotografarle.
Il ricorso che sarà predisposto da Chiacchio, con la consulenza del legale del 1° grado, avv. Fistetto, sarà presentato all'Organo di Giustizia competente, martedì prossimo, e un cauto ottimismo pervade il club ionico, certo di poter chiarire ai magistrati di 2° grado la posizione e l'equivoco che ha portato una dolorosa penalizzazione, alla vigilia del match di domenica prossima con il Fasano.
Attendiamo fiduciosi e i tempi per ottenere giustizia saranno sicuramente inferiori agli oltre 14 mesi da cui si è originato il contenzioso, materia di conferenza stampa odierna.
Fabrizio Di Leo