Campo B croce e delizia. Il Taranto richiama l'attenzione del Comune

Dove eravamo rimasti? Subito dopo la firma  e successivo organizzazione del cantiere, alla fine di giugno, i lavori, dopo le solite pratiche burocratiche da evadere, erano partiti e sembrava che la buona lena fosse quella giusta perché i tempi erano stringenti, non tanto per la fine dei lavori (perentorio il 30 settembre), quanto per le esigenze del club rossoblu, costretto, già al rientro dal ritiro di Polla, ad utilizzare il green dello Iacovone, anziché poter sgambettare sul comodo terreno in erba artificiale, che sarebbe stata posata ove insisteva quello che una volta era in terra battuta, superficie scomoda dove,  oltre alle giovanili, veniva calpestata dalla stessa prima squadra, per preservare il manto erboso naturale del tempio del calcio tarantino.

Siamo alla fine della prima settimana di agosto, quasi a ridosso della sacra festività del Ferragosto, e i lavori relativi al campo B hanno subito un sostanziale rallentamento.

Avevamo superato, non senza preoccupazione, il problema dello smaltimento del materiale di risulta derivante dalla demolizione sia della recinzione che dello scavo relativo al campo stesso, ma l'attesa era dovuta alle autorizzazioni sui siti dove il tutto doveva essere conferito, pertanto si è persa quasi una settimana.

Ora, il rallentamento dovuto a cause ignote, pur nella comprensibile gestione dei lavori, da eseguire nei termini fissati ed indicati nel contratto stipulato tra l'Impresa ed il Comune di Taranto (termine più volte ribadito dal Geometra Enzo Piccolo, della Direzione dei Lavori Pubblici del Comune di Taranto), al 30 settembre, con questi inspiegabili rallentamenti, la predetta data, difficilmente potrà essere rispettata.

Ed allora, il club rossoblu ha inviato un "grido di dolore", al Comune e all'opinione pubblica, su questi "rallentamenti" che allungherebbero i tempi di utilizzazione del campo B (dal 30 settembre in poi, come più volte detto da esponenti autorevoli del Comune).

Cosa si potrebbe fare, adesso, o meglio quali passi dovrebbero essere compiuti per accelerare l'esecuzione? Innanzi tutto la Direzione dei Lavori dovrebbe capire quali siano gli intoppi, se tecnici, ed allora si interviene chirurgicamente nelle sedi opportune seguendo degli iter abbreviati, oppure di natura economica contabile, anche in materia di stati di avanzamento lavori e liquidazione degli interventi finora eseguiti.

Il Comune ha un apparato tecnico organizzativo nonché di controllo che non ha bisogno di suggerimenti e/o indicazioni sulle modalità di intervento presso l'Impresa appaltatrice ed esecutrice di tali lavori e, pertanto,  la Struttura Tecnica ha i modi, i mezzi, le figure che la legge consente, al fine poter  esercitare l'opera di controllo negli stati di avanzamento lavori.

Qui,  non per  spezzare una lancia in favore dell'Impresa, devo necessariamente, più da tecnico che da osservatore esterno, far nuovamente rilevare il concetto che l'Impresa esecutrice dei lavori, NON HA ALCUN INTERESSE A RITARDARE LA CONSEGNA, per due motivi basilari:

1°) la ritardata esecuzione dei lavori comporta anche la conseguenziale mancanza dei pagamenti degli stati d'avanzamento e, stante questo andazzo, più si rallenta l'esecuzione, più tardi saranno corrisposte le somme previste contrattualmente.

L'ultimo stato poi, generalmente,  viene emesso al collaudo dell'opera eseguita, A PERFETTA REGOLA D'ARTE, quindi l'Appaltatore non avrebbe nessun motivo di allungare i tempi, anche perché sforare il termine previsto (30 settembre) senza un motivo addebitabile ad eventi di forza maggiore, ma per altre cause, non riconoscibili come eccezionali, porta all'applicazione delle penali per ogni giorno successivo a quello previsto dell'ultimazione.

2°) l'Impresa, pur nelle sue capacità gestionali ed organizzative del cantiere, rischierebbe, inoltrandosi nell'autunno, di allungare ulteriormente i tempi in quanto, generalmente i mesi di ottobre e novembre, possono essere condizionati dalle avversità meteo ed allora ci sarebbero complicazioni per la perfetta esecuzione di quanto previsto.

Cosa  succederà allora? Noi, come testata giornalistica web saremo controllori di questa situazione, perché potrebbe, sicuramente, penalizzare altamente il Taranto calcio 1927 che proprio la scorsa stagione ha visto alcuni suoi atleti essere soggetti a traumi muscolari con tempi di recupero piuttosto lunghi, dovuti al fondo IRREGOLARE del campo B e, per un certo periodo,  alle buche che erano anche presenti sul green del campo A.

Vedremo cosa accadrà, visto che la settimana prossima, quella Ferragostana per eccellenza, sicuramente non vedrà la ditta sul cantiere e, se tutto dovesse andare per il verso giusto e logico, lunedì 19, dovrebbero riprendere i lavori, con obbiettivo 40 giorni di calendario ma, esclusi sabato e domenica,  ci saranno, sicuri, 28 giorni lavorativi e consecutivi.

Pochi per pensare che ci possa essere un lieto fine a questa novella che va avanti almeno di cinque/sei anni.

Al prossimo capitolo, sperando nel meglio, soprattutto per i colori rossoblu.

Fabrizio Di Leo