Taranto, il mistero del pallone lanciato dal raccattapalle a Casarano

Minuto: 18°. Cuccurullo, molto caparbio, sradicava la palla dai piedi di un avversario, poi, con un passaggio di precisione, Favetta, con abilità e solite "sportellate" con gli avversari, smarcava Genchi che con un tiro al volo, di sinistro, trovava il sette alla sinistra del portiere di casa. Era l'1 a 0 e la partita si dipanava con i canoni previsti da mister Ragno.

Rivedendo le immagini, al momento del passaggio di Cuccurullo, da fondo campo, un raccattapalle, assolutamente inidoneo, ma  molto scorretto, lanciava un pallone in campo che rotolava fino al limite dell'area casaranese, mentre, il gioco, sviluppatosi sul lato sinistro, si concludeva con la bella rete di Genchi.

Analizzando l'azione, il lancio di un pallone (del raccattapalle o di altro soggetto estraneo e non autorizzato a sostare dietro la porta del portiere locale) è un comportamento alquanto scorretto, assolutamente non sportivo e diseducativo.

Il motivo di quell'oggetto, intruso durante una fase di gioco, lanciato in quel momento, non in modo casuale come accade quando dal fondo il portiere deve rimettere in gioco, era nell'intenzione, con il Taranto pericoloso in fase offensiva,  di costringere l'arbitro da interrompere il gioco e quindi bloccare una fase di gioco nei pressi dell'area della formazione di casa e sotto la curva degli ultras locali.

Il direttore di gara, in questo caso, fermo restando che non poteva non essere  così distratto da non notare questo "ulteriore" pallone come, d'altronde il suo collaboratore, il secondo assistente (operante sotto i distinti),  che a campo e visuale ampiamente libera, avrebbe potuto da cenno al fischietto romano.

Secondo una valutazione di chi vi scrive, entrambi avranno valutato che l'oggetto intruso stazionava su lato destro dell'attacco ionico, mentre l'azione (che si concluderà poi con il goal di Genchi), si sviluppava dal centro (appunto con Favetta), verso il lato sinistro (Genchi) che permetteva all'attaccante ionico di scagliare un tiro , al volo di sinistro, e far insaccare la palla nel sette, alla sinistra del portiere Guarnieri.

Un brivido quindi ha pervaso la schiena per il "rischio" corso, sarebbe stata una beffa, ma va rimarcato come in serie D, ancora una volta lo rimarchiamo, ci sia uno scarso senso dell'organizzazione su determinati campi dove si cerca con ogni mezzo, ma proprio con ogni mezzo, di ottenere un vantaggio illecito e non secondo le regole della deontologia e correttezza sportiva, all'insegna che "per il risultato, tutto è "consentito".

Fortunatamente, a volte,  il destino e la giustizia sportiva indicano chiaramente chi può indossare la corona d'alloro, ovvero chi sia il vincitore, bravo anche a sfidare in modo positivo le avversità, impreviste e presenti sul proprio cammino.

Adesso settimana proiettata sul match casalingo contro il Nardò, perché la nostra squadra possa provare a fare un filotto di successi per recuperare delle posizioni in classifica, ma , proprio nel segno della continuità, ingaggiare con i nostri competitors, quel duello fatto di 32 battaglie tali da condurci alla vittoria finale, per dare la più grande soddisfazione a tutta la Città calcistica, negli ultimi 8 anni, illusa, delusa e sempre intenta a ripartire da zero, ma con rinnovate ambizioni che, questa stagione, potrebbero finalmente consacrare con il ritorno nei palcoscenici nazionali, storici ed importanti, seppur di terza serie.

Fabrizio Di Leo