Parola ad Antonio De Leonardis, doppio ex di giornata. In riva allo Ionio un anno e mezzo condito da una bella promozione in C1, l'ultima conquistata sul campo dai rossoblu. A Gravina invece ha ricoperto dapprima il ruolo di allenatore della formazione Juniores, subentrando poi in prima squadra dove si è seduto sulla panchina gialloblu fino al Gennaio dello scorso anno.
Il campionato di quest'anno risulta essere più equilibrato rispetto allo scorso anno, ma secondo lei il livello è aumentato o è diminuito?
Rispetto all'anno scorso il livello è più basso. Ad occupare le prime posizioni c'erano Potenza, Taranto, Cavese e Cerignola, veri e propri squadroni che vantavano rose di un livello difficilmente raggiungibile in questa categoria. Quest'anno invece prendendo in considerazione organico e blasone risaltano solo Taranto e Cerignola, con il Picerno che rappresenta la sorpresa del campionato. Penso che ci sia molta meno concorrenza dell'anno passato non solo in testa alla classifica, ma anche nella lotta per salvarsi. La scorsa stagione c'erano squadre leggermente più forti.
Lo scontro per la promozione si protrarrà fino all'ultima giornata o ci sarà una delle "tre sorelle" che riuscirà a prendere rapidamente un distacco considerevole?
Per forza di cose si arriverà all'ultima giornata, o al massimo alla penultima, senza avere un verdetto matematico. Lo scorso anno il Potenza ha chiuso con molto anticipo il campionato, mentre attualmente la lotta per salire è estremamente equilibrata. Siamo già nel rush finale, mancano solo nove partite e secondo me almeno due delle tre squadre che ambiscono alla promozione arriveranno appaiate.
Che impressione le ha fatto il Taranto targato Panarelli?
Sulla carta è la squadra più attrezzata, ha l'organico più completo e tecnico del girone. A mio parere è la favorita per la promozione, poi sappiamo tutti che il calcio è strano e non sempre il verdetto del campo conferma i pronostici. E' sotto gli occhi di tutti il fatto che Panarelli stia facendo un ottimo lavoro e la sua squadra mi ha dato l'impressione di poter dominare a mani basse in qualsiasi campo. Di fronte ci sono squadre che stanno dando del filo da torcere ai rossoblu, vincerà chi è più organizzato ed affamato.
Fra tre giorni andrà in scena Gravina-Taranto, match del quale lei è un doppio ex. A Taranto ha un passato da calciatore mentre a Gravina da allenatore: che emozioni ha ricevuto da queste due piazze?
Taranto è una piazza indimenticabile, penso che chiunque voglia giocare ed allenare in questa città. Sono stato benissimo ed è stato un grande onore vestire la maglia rossoblu, con la quale ho anche vinto un campionato quindi ho solo bei ricordi di quell'esperienza. Gravina, invece, è il mio paese quindi non posso non tifare e amare questa squadra. Sicuramente lo scorso anno ci sono state delle situazioni spiacevoli che mi hanno portato a lasciare la panchina gialloblu, ma questo non compromette il mio legame con la piazza. Sono cose che nel calcio succedono quindi non nutro nessun tipo di rancore. Spero ovviamente che il Gravina possa salvarsi e che il Taranto possa vincere il campionato.
Che insidie riserva la trasferta di Gravina per il Taranto?
Le difficoltà per il Taranto non mancheranno, il Gravina venderà cara la pelle cercando di accumulare punti utili alla salvezza. Ci sono solo tre punti di distacco dalla zona play-out, seppur con un match da recuperare, quindi è una squadra con una grande fame, determinazione e desiderosa di abbandonare definitivamente la zona pericolosa della classifica. Come organico ovviamente non è paragonabile al Taranto, ma ogni partita fa storia a sè quindi i rossoblu non dovranno sottovalutare l'impegno di domenica prossima.
Gabriele Campa